1996. 90 anni di Targa Florio
Grandi festeggiamenti in Sicilia per i 90 anni della Targa Florio in maggio del 1996. L’Automobile Club di Palermo, presieduto allora da Tullio Laurìa, organizzò per l’occasione una rievocazione storica della mitica corsa siciliana su quei stessi tornanti delle Madonìe che videro per ben 10 volte i successi assoluti dell’Alfa Romeo (cfr. Nota 1). Sarebbe stata una vera e propria gara di velocità riservata solo a vetture storiche.
Con un caro e vecchio amico palermitano doc, Sergio Montalto, forte ed esperto pilota di auto e moto, avevamo già condiviso varie gare con auto storiche Alfa Romeo, Giulietta e GTA, ma soprattutto il Campionato Italiano Superturismo (CVIT) con una 155 ex Nordauto seguita dal “mago” Franco Angelini. Eravamo bravini e avevamo sempre riportato lusinghieri successi.
Sergio mi telefonò una sera e, in maniera insinuante e subdola, cominciò a parlare della Targa storica. Che ne dici? La vogliamo fare? Così, tanto per gioco, poi ce ne andiamo a pranzo su a Calcatelli da zio Antonio (Antonio Pucci), poi con comodo ripartiamo, … Tu che ne pensi ? Magari viene anche Nini (Vaccarella). La potremmo fare con la GTA o la Giulietta SZ (ovviamente mie !), poi se vuoi ce ne potremmo andare un po’ al mare, facciamo un giro in barca alle Eolie; mah, pensaci un po’, sarebbe grazioso!
E quel tarlo maligno cominciò a farsi strada nella mia mente, suscitando rinnovati entusiasmi ed euforie. Fin quando ci riuscì. Ma non con la GTA o la SZ, che pure su quelle strade, nel 1962, aveva fatto una gran gara rimasta leggendaria con Vito Coco e Vincenzo Arena (cfr. Nota 2).
La Targa Florio compiva 90 anni e secondo me ci voleva una vettura che non solo rappresentasse degnamente l’Alfa Romeo ma soprattutto i suoi temerari piloti di quei tempi lontani. La 8C tipo Monza del 1932 era la scelta giusta. Quella delle vittorie del ’32 e del ’33. Sergio non poteva più credere alle sue orecchie e al suo entusiasmo. Quasi balbettava … ma, ma, ma ce la farà ? Si ce l’avrebbe fatta, ma intanto ormai mi aveva fregato.
Portai la macchina da Angelini, qui a Roma, per un controllo generale e mi toccò subire la solita litania dei consueti commenti di rito : “ma buttala via”, “è meglio montà sulle nipoti che sulle nonne”, “te fai male”, “neppure ce vedi”, ecc. ecc. Ma era la tassa da pagare per avere almeno il mezzo in ordine ! Quindi auto sul carrello, traghetto Civitavecchia – Palermo, traversata agitata e infine Sergio con scorta Carabinieri pronti al Porto l’indomani mattina per accogliere il “cimelio”.
Portammo la vettura al Garage Italia, la Concessionaria Alfa Romeo di Sergio, dietro viale Libertà, con dietro un codazzo di curiosi e perditempo. Ancora controlli oli, pressione gomme, bulloni vari, un bel cannolo pieno di ricotta da Savia, sospensioni (si fa per dire) e prova su strada. Sui tornanti stretti la vettura non girava o andava da tutte le parti, le gomme non ci convincevano, i freni poi … lasciamo perdere. Di nuovo e di corsa giù nella sua superattrezzata officina. Ordinai immediatamente per telefono cinque gomme Dunlop in Inghilterra che sarebbero arrivate il giorno dopo per via aerea, tornai sotto in officina e vidi con orrore tutto l’avantreno smontato. Ho imprecato come un turco e pregato le anime sante di Jano, Bazzi, Fusi e magari Decimo Compagnoni (cfr. Nota 3) di illuminare quei giovani meccanici presuntuosi che già avevano messo la barra al tornio per ridurla e modificare tutta la geometria anteriore.
Sergio, compresa la mia angoscia, mi prese per un braccio e mi portò via con garbata violenza; ce ne andammo a cena a Mondello, sul mare, dove trovammo due sue simpaticissime amiche e accantonai ogni preoccupazione. Passammo una magnifica serata e me ne andai a dormire; Sergio tornò invece in officina e, lo seppi dopo, si mise anche lui al lavoro sulla 8C. La gara ci sarebbe stata due giorni dopo ma le vetture dovevano presentarsi l’indomani a Piazza Politeama per la punzonatura.
Appena sveglio corsi anche io in officina, la vettura era sul ponte ed avevano appena rivisto la convergenza. Ma il motore e i freni erano roventi !
Sergio era andato a provarla poco distante … sui tornanti di Monte Pellegrino, ultima gara di Nuvolari e palestra di Nini Vaccarella (cfr. Nota 4). La mattina infatti, mentre mi facevo la barba in hotel a Villa Igea, mi era sembrato di sentire dei rombi conosciuti …. Ma non potevo pensare a tanta spavalderia quasi in piena città. Pensavo fosse uno scimunito con una Harley Davidson smarmittata. Ma si sa che a Palermo, città dei Florio e della Targa, tutti chiudono ancora un occhio, e magari due, davanti a queste esibizioni.
Mi disse che, secondo lui, dopo la cura la macchina andava molto meglio, c’era solo da registrare i freni. Ero un pò scettico, visto che già avevo fatto sistemare per bene le balestre a Bassano del Grappa da Toni Berto e Francesco Bonfanti e in uso stradale andava benissimo.
Via di corsa alla punzonatura, arrivammo all’ultimo momento. Una folla di spettatori ammirava entusiasta le vetture esplodendo poi in applausi all’arrivo fragoroso della 8C, affiancata da due Carabinieri motociclisti, che salutava tutti emanando fumi odorosi di ricino con fiammoni giallognoli che uscivano dallo scarico. Mi sembrava di essere finito in un manicomio.
Alla partenza, tutti bardati con tuta ignifuga e casco, mi sentivo assai ridicolo e tutto scemo. Tuta, casco e tutto il corpo di fuori, sai che protezione! Insomma partenza. Starter d’eccezione Nini Vaccarella, un abbraccio, che avevo preso per un commiato definitivo, e si partì. Sotto le gallerie dell’autostrada che collega Palermo a Termini Imerese la 8C, a 180 all’ora, faceva un rumore assordante e costituiva un vero pericolo per le auto “normali” che, pur andandosene per gli affari loro, iniziavano a fare zig zag, incuriositi e distratti dal fracasso. Alle Tribune di Cerda partenza vera; una stretta di mano tra me e Sergio e … via.
Prima curva e prima derapata, una seconda subito dentro Cerda per far vedere al pubblico assiepato ovunque, come una volta, “Cerda una volta !”, di che pasta eravamo. E scorrevano i tornanti, i paesini, le frazioni, gli alberi, terra, mare, cielo con Sergio che urlava : qui è morto Tizio, qui si è fracassato Caio, qui ho distrutto la Stratos, ed io non ce la facevo più. Braccia e schiena a pezzi, ma la macchina era un violino, sembrava davvero a suo agio e a me sembrava di essere tornato indietro nel tempo. Prese poi la guida Sergio e la musica cambiò davvero. Superavamo come folli auto partite prima. Quella era casa sua; prendeva e descriveva quei tornanti a Caltavuturo e a Bivio Scillato come se li avesse sempre fatti, ogni giorno, e addirittura controsterzo per entusiasmare ancor di più la folla sulle strade e atterrire il sottoscritto che già si vedeva in fondo a un burrone. Ero persino arrivato a pensare … chissà se metteranno un Cippo d’Amico? Visto che già c’era il Cippo Masetti.
Ma arrivammo in fondo sfiniti, con piaghe alle mani, sesti assoluti e primi di Classe, davanti Porsche, Alfa ed altre auto ben più recenti. Applausi a non finire, premiazioni e Coppa d’Argento del Presidente della Repubblica che conservo con grande soddisfazione ed onore.
E Sergio ?
Sergio continua ancora e ci prova sempre … dai rifacciamola con la GT40, no ? allora con la SZ, no ? allora con la 75 Superturismo ? No ? Ma allora che facciamo ? Magari una bella cena a Mondello…
NOTE
1 ^
10 Vittorie assolute Alfa Romeo alla Targa Florio:
– 1923 – Sivocci – Guatta su RL Targa Florio
– 1930 – Varzi – Tabacchi su P2 1930
– 1931 – Nuvolari – Bignami su 8C 2300 spider
– 1932 – Nuvolari su 8C 2300 Monza
– 1933 – Brivio su 8C 2300 Monza
– 1934 – Varzi su Tipo B 2900
– 1935 – Brivio su Tipo B 2900
– 1950 – Mario e Franco Bornigia su 6C 200 Competizione
– 1971 – Vaccarella – Hezemans su 33 3 litri
– 1975 – Vaccarella – Merzario su 33 TT12
2 ^
La Giulietta SZ di Vito Coco e Vincenzo Arena, n. 8 di telaio, Scuderia Etna, partecipò alla 46° Targa Florio, nel 1962, dove colse un risultato clamoroso giungendo 7 assoluta e prima di classe.
3 ^
* Vittorio Jano (1891-1965). Grande progettista, prima in Fiat poi in Alfa Romeo, grazie all’intervento di Enzo Ferrari, dove sostituì Merosi. Progettò tutta una serie di motori, tra cui quello della Tipo Monza, che consentirono all’Alfa di cogliere numerosi successi sportivi e commerciali.
* Luigi Bazzi (1892-1986). Altro grande progettista di vetture da competizione, prima in Fiat poi in Alfa Romeo, dal 1923 al 1933, quindi a Modena alla Scuderia Ferrari.
* Luigi Fusi (1906-1996). Disegnatore e progettista in Alfa Romeo dal 1920 al 1954. Realizzò la 8C Tipo Monza nel 1931.
* Decimo Compagnoni , grande amico e meccanico fidatissimo di Tazio Nuvolari con cui condivise corse e successi leggendari.
4 ^
Tazio Nuvolari alla salita di Monte Pellegrino. 10 aprile 1950. Fu l’ultima gara di Tazio Nuvolari, già molto provato dal cancro, alla guida di una Cisitalia. Morì nella sua Mantova tre anni dopo. Vaccarella racconta che quella salita era il suo campo di addestramento e da lì iniziò la sua fama e la strepitosa carriera di pilota.
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