1933, il film di un anno di corse.
1933. L’Alfa Romeo, come sempre in condizioni economiche difficili se non critiche, viene rilevata dall’IRI (Istituto Ricostruzione Industriale che raggruppa le aziende di Stato) per volere del Capo del Governo Mussolini e Ugo Gobbato ne diviene Direttore Generale. Il nuovo management decide di abbandonare le corse, troppo costose, e affida la gestione sportiva alla Scuderia Ferrari che pur senza le nuove P3 coglierà ancora molti successi, vincendo 19 Gran Premi su 36, soprattutto nelle mani di Nuvolari, con le ormai superate 8C 2300 Tipo Monza portate a 2600cc dalla stessa Scuderia Ferrari.
Questo video davvero suggestivo, prodotto molti anni fa dalla Shell, è di grande valore storico non solo perché rappresenta le corse automobilistiche più significative dell’anno e le numerose vittorie dell’Alfa Romeo, ma soprattutto le emozioni e gli entusiasmi della gente, le espressioni e le sensazioni dei piloti, lo stato sociale, le strutture e le mode del tempo. E purtroppo anche gli ultimi gioiosi istanti di vita del grande Campari, perito questo tragico anno a Monza nella curva che porta ancora il suo nome. Un documento assai raro che vi invito a guardare e a riguardare lentamente più volte perché l’attenta regìa del filmato vi porterà ogni volta a scoprire e vedere meglio attimi, immagini, stati d’animo degli “attori” sempre diversi fino a coinvolgere emotivamente voi stessi nelle riprese delle azioni e a farvi quasi sentire di essere presenti, come affacciati ad una finestra.
Il filmato inizia con la partenza da Brescia della Mille Miglia e lo schieramento delle potenti Mercedes SSKL di Manfred Von Brauchitsch e Willy Zimmer. Quindi ecco un sorridente Piero Taruffi con il suo amico Lazzaro “Lino” Pellegrini Quarantotti, guardia nobile del Papa, su Alfa 8C 2300. Arriveranno terzi assoluti.
L’Alfa Romeo, già ufficialmente fuori dalle competizioni, viene rappresentata dalla Scuderia Ferrari, fondata nel ‘29, che qui ha schierato i suoi piloti più forti: Borzacchini, Nuvolari, Trossi, Taruffi, Brivio, Cortese, Scarfiotti ed altri per contrastare (si fa per dire) le Mercedes SSKL di Von Brauchitsch e Clifton Penn-Hughes.
Tutti con le Alfa 8C 2300/2600, altro capolavoro di Vittorio Jano carrozzate da Zagato e Touring, stupende vetture a otto cilindri con compressore, capaci di oltre 150 HP, veloci e maneggevoli ma in gara c’erano anche le più piccole ma ancora competitive Alfa 6C 1500 e 1750 di numerosi piloti privati.
Segue una breve inquadratura della elegante e bellissima Ilse Hubach, ancora moglie del pilota tedesco Pietsch, e prossima amante di Varzi, che, innamoratissimo di lei, si lascerà coinvolgere anche nei suoi vizi, tra cui la morfina che ne causerà il declino.
A partire fortissimo con l’Alfa 8C fra il delirio della folla assiepata lungo la strada è ovviamente il già grande e famoso Nuvolari, con il fido meccanico Decimo Compagnoni a fianco. L’entusiasmo della gente è davvero incredibile, tra i gesti di incoraggiamento sembra di sentirne le urla e il tifo. Il suo rivale Borzacchini sarà costretto al ritiro per guasti meccanici dovuti a una eccessiva irruenza causata dalla rivalità che nel corso di questa gara si era accesa tra lui e Nuvolari.
Per alcuni attimi, probabilmente sulle curve della Futa, si vede la MG Magnette K3 del Conte Giovanni “Johnny” Lurani e George Eyston, giunti poi 23’ assoluti.
Si intravede poi brevemente il passaggio dell’Alfa 6C 1750 GS a gasogeno e quindi le fasi interessanti del suo insolito “rifornimento” a carbonella. Notare la scritta sulla caldaia: Gasogeno Dux, adombrata sulla pellicola negli anni del dopoguerra.
Il progetto della vettura a gasogeno si deve al prof. Mario Ferraguti, dell’Istituto di Frutticultura di Roma, sulla Cassia, nei pressi di Ponte Milvio, dove esiste tuttora. Questa autarchica forma di alimentazione ebbe il totale beneplacito del Capo del Governo Mussolini che voleva carburanti alternativi alla benzina e al petrolio e realizzata ovviamente con la piena collaborazione dell’Alfa e dello stesso Jano per i necessari adattamenti meccanici su questa vettura personale dello stesso Ferraguti, grande appassionato sportivo, qui in gara insieme al Generale Agostini; giunti 53’ assoluti ma fuori classifica.
Ecco quindi un controllo timbro per l’Alfa n. 98 di Nuvolari e Compagnoni, subito assalita dai commissari e dalla folla entusiasta all’arrivo del grande pilota. Notate la grande confusione e Compagnoni che si gira indietro, accertandosi magari di non aver investito nessuno. L’auto è ovviamente della Scuderia Ferrari, ne ha lo stemma sul cofano ed è appunto targata Modena. Ed ecco il suo arrivo trionfale a Brescia premiato dalle autorità locali in tribuna con il conte Aymo Maggi e un giovane elegante balilla sulla destra.
Ci spostiamo poi in A.O.I. (Africa Orientale Italiana), per il 7’ Gran Premio di Tripoli, dove sul nuovissimo Circuito del Mellaha, il 7 maggio, vince Varzi con la Bugatti. Il Gran Premio è stato abbinato a una ricca lotteria organizzata da Egidio Sforzini, Presidente del RACI (Reale Automobile Club Italiano) locale, e dal famoso giornalista Giovanni Canestrini, editore della Gazzetta dello Sport. La cosiddetta Lotteria dei Milioni. La partenza fu data dal Generale Badoglio, allora Governatore della Libia, ma ci furono infinite polemiche per un Gran Premio pieno di luci e di ombre causate da molte irregolarità, imbrogli e persino accordi tra alcuni grandi piloti e gli stessi organizzatori per manipolare la lotteria e spartirsi parte delle vincite. Non a caso si vede anche il disappunto rabbioso di una spettatrice, in piedi sulla destra all’uscita dell’ultima curva del giro finale, con Varzi di poco in testa su Nuvolari con cui aveva fatto “comunella”. Enzo Ferrari pretese da Nuvolari una dichiarazione formale che la Scuderia era assolutamente estranea ad ogni combine.
Italo Balbo, Viceré dell’A.O.I., durante le premiazioni non rivolse mai la parola ai due piloti. Il RACI aprì un’inchiesta e … tutto finì li.
Il video continua con il Gran Premio di Germania, il 21 maggio, sul circuito dell’Avus. La corsa si è appena conclusa ed ecco le vetture sfilare lentamente sotto le tribune con la Bugatti Tipo 54 di Varzi vittoriosa, adornata di una grande corona di alloro, a capofila. Le auto da corsa sono precedute da una imponente Mercedes con le autorità a braccio alzato. Viene innalzata la bandiera italiana a fianco di quelle tedesche con croce uncinata, mentre Varzi impassibile e disinvolto si fuma una sigaretta seduto sul bordo della sua Bugatti. Una vettura assai potente con circa 300 cavalli sprigionati da un motore otto cilindri di quasi 5000 cc., velocissima ma assolutamente instabile in curva.
Al Gran Premio di Francia, l’11 giugno a Montlhéry, Nuvolari parte in testa come un fulmine alla guida della sua vecchiotta 8C 2600 Monza, il cui rombo possente emoziona anche il gruppo di flics a bordo pista, seguita dalle altre due di Borzacchini e Siena che arrancano faticosamente dietro le velocissime Bugatti. Ma anche questa volta la vettura, spremuta fin troppo è assolutamente incapace di competere (si prende circa 15 secondi a giro) si rompe e fa scoppiare una lite tra Ferrari e i suoi piloti di punta. Vince Campari con la sua Maserati n. 32. Giuseppe Campari detto el Negher per il suo colorito scuro, perennemente indeciso fra le sue grandi passioni, la lirica e l’automobile, nel ’33 aveva clamorosamente dichiarato di lasciare le corse e l’Alfa Romeo. Una decisione assai breve, cambiò solo “casacca” correndo brevemente per la Maserati. Bellissimo il suo passaggio sulla sopraelevata e l’arrivo in solitaria per essere poi festeggiato ed innaffiato di champagne. Un Campari soddisfatto e sorridente inconsapevole del destino che lo aspetterà a Monza.
Eccoci al Gran Premio d’Italia a Monza, il 10 settembre. Un certo fermento agitava da mesi l’ambiente sportivo, le Alfa 2300/2600 della Scuderia Ferrari non erano più competitive nei Gran Premi dove le Maserati e le Bugatti erano più potenti e veloci. Nuvolari se ne andò alla Maserati creando una sua Scuderia, Campari tornò in Alfa per correre con la P3 ufficiale.
Nel video si vede Nuvolari sulla Maserati spinto alla partenza dai suoi meccanici e salutato dal pubblico a lato pista. Poi attenzione, compare brevemente il box della Scuderia Ferrari con la P3 al cambio gomme ed Enzo Ferrari in giacca e cravatta sulla destra mentre parla con Fagioli. Segue una sosta piuttosto agitata di Nuvolari al box Maserati per rifornimento e cambio di una gomma con il capo meccanico Guerrino Bertocchi in piedi sul muretto. Nuvolari, che era primo, riparte assai nervoso gesticolando con entrambe le braccia. Per un attimo ancora si vede la P3 di Fagioli che accosta ai box e vincerà poi la corsa. Quindi le ultime gioiose immagini di Campari che, attorniato dai suoi meccanici, sospinge la P3 sullo schieramento di partenza della seconda corsa nel pomeriggio disputata sull’anello di alta velocità. Il pilota è sorridente e felice per gli applausi del suo pubblico assiepato in tribuna.
Sarà il Capo del Governo Mussolini a dare il via alla prima manche, mente alla seconda sarà il gerarca Starace, Segretario del Partito. Proprio al primo giro il terribile incidente in cui le macchine di Campari e Castelbarco sbandano su chiazze d’olio lasciate dalla Duesemberg di Trossi e si ribaltano. Campari muore sul colpo e Castelbarco ne esce completamente illeso. Al giro successivo e nello steso punto toccherà alla Maserati di Borzacchini che perirà esattamente come Campari, con la vettura anch’essa capovolta a pochi passi con intorno carabinieri e militari. Fu l’unica volta in cui si vide Nuvolari piangere disperato per la morte improvvisa e tragica dei suoi amici. Si correrà incredibilmente anche la terza manche e, per la triste regola del tre, sarà questa volta il conte Czaykowski su Bugatti a perdere la vita nello stesso modo.
Segue la corsa del Tourist Trophy in Inghilterra con Nuvolari protagonista su MG Magnette K3 n.17. Noterete le sue acrobazie con una padronanza assoluta della vetturetta ma soprattutto potrete udire la sua voce e godere della sua risata alla premiazione, con la perenne sigaretta tra le dita della mano sinistra. 1933.
Stefano d’Amico
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