1975 – 2017
Quarant’anni di RIAR (Registro Italiano Alfa Romeo)

Per il Riar ...

Con i consolidati ed importanti contatti che il lavoro “vero” mi procurava, riuscii a portare al Riar, prima che a me che pur ne avevo bisogno per le attività corsaiole, numerosi e magnifici sponsor con i quali siamo riusciti non solo a organizzare eventi memorabili e prestigiosi ma anche  ad ampliare il raggio di azione del Riar fino a farlo riconoscere formalmente dallo Stato per eccellenza e per legge. 
Grazie alla tanta benvenuta energia ed abbondanza che ero riuscito a procurare, al sostegno del Presidente Lurani e dello stesso Presidente Alfa Romeo, Ettore Massacesi, che già conoscevo dai tempi dell’Iri e mio vicino di casa a Roma, fui nominato nel 1981 Vice Presidente del Riar.

Giovanni Lurani Cernuschi, secondo Presidente del RIAR, e Camillo Marchetti.
Ettore Massacesi, ultimo presidente Alfa Romeo.

Nell’Assemblea del 19 novembre 1983 svoltasi ad Arese il Presidente Lurani, novantenne ma sempre in magnifica forma, si dimise dalla carica, venne da me indicato e da tutti acclamato Presidente Onorario ed io fui nominato Presidente a gran maggioranza in un periodo di grandi incertezze per il futuro, non solo dell’Alfa. Lurani, uomo brillante e di grande cultura, amato da tutti noi, non mancò mai di continuare ad intervenire ed essere invitato in ogni evento e, prodigo di suggerimenti, fu sempre presente a tutti i consigli del direttivo.
Nel 1984 dopo travagliate vicende politiche e inciuci di ogni genere, che forse descriverò in un prossimo libro, la Finmeccanica, holding del Gruppo Iri delle Partecipazioni Statali, “cedette” l’Alfa Romeo alla Fiat piuttosto che alla Ford. L’Avvocato Agnelli annunciò che la Fiat si era  annessa una provincia debole. Io c’ero e ricordo molto bene quanto di eccezionale ed esclusivo esisteva in quella modernissima azienda ad Arese, oltre alle solite note vicissitudini sindacali e politiche che contribuirono letteralmente a massacrarla. Tecnologie avanzatissime, tra cui i primi sistemi informativi in Italia (le schede perforate), i banchi prova più moderni al mondo, ne aveva due simili solo la Mercedes, il banco prova rigidità telai, unico in Europa, una pista sperimentale a Balocco che, nel tracciato sportivo, riproduceva le curve degli autodromi più famosi, e …… sopratutto quel mitico, prezioso, enorme, intangibile e oggi purtroppo inesistente capitale umano.

Riconosciuti per Legge

Nel 1982 insieme al Registro Fiat, con cui il Riar è stato sempre molto legato, e al sostegno nel Governo dell’allora Presidente ASI e deputato, On. Rossi di Montelera, formulammo il testo di quello che, trasformato in Legge, divenne subito dopo il famoso Art. 60 : “tutte le auto iscritte ai Registri Fiat, Lancia Club, Italiano Alfa Romeo e ASI sono esenti dal pagamento della tassa di possesso” che subì negli anni successivi varie modificazioni ed ampliamenti ormai a tutti noti e soprattutto “blindò” completamente i loghi e l’autonomia stessa dei Registri indicati qualificandoli formalmente come entità giuridiche legalmente e istituzionalmente riconosciute. Quanti incontri con l’allora Direttore del Ministero delle Finanze, Antonio Liberi (all’11° piano !), per impostare tutte le relative procedure amministrative ! E quanto lavoro per far inserire rappresentanti del Riar nelle apposite Commissioni istituite di volta in volta dal ministero dei Lavori Pubblici.

Questo fatto complicò non poco l’attività della nostra Segreteria, gestita allora da Giuliana Marchetti e successivamente da Nadia Cattaneo, entrambe persone eccezionali e fedelissime all’Associazione, che ricorderò sempre con tanto affetto e gratitudine, ma nel contempo elevò notevolmente il prestigio del Riar perché al momento della trasformazione della tassa di circolazione in tassa di possesso, il Ministero dei Trasporti e della Motorizzazione attribuì ai Registri la facoltà di emettere la Certificazione Sostitutiva delle Caratteristiche Tecniche (l’odierno CRS a seguito delle note modifiche di Legge). Tale documento, come noto, funge da Certificato d’Origine e consente anche, in deroga alle norme del Codice della Strada, di reimmatricolare veicoli Alfa Romeo, e non solo, radiati dal P.R.A. o provenienti dall’estero come pure alcuni prototipi non omologati dalle case. Un riconoscimento ed un beneficio notevoli da parte delle Istituzioni che ben compresero lo spirito che lo animava, scevro com’era da ogni altro anomalo interesse.