Camillo Marchetti, una colonna dell’Alfa
Il 18 settembre è scomparso Camillo Marchetti, ultimo dei protagonisti della storia della grande Alfa del dopoguerra, fu creatore di tante iniziative ed eventi che oggi sono parte integrante della leggenda Alfa Romeo. Fiorentino illustre ed arguto, di Santa Maria Novella, classe 1924; in Alfa Romeo dal 1955, servì e collaborò con sei presidenti godendo sempre della loro piena fiducia, abbinata a quella dell’azionista di riferimento, la Finmeccanica, allora holding del settore metalmeccanico del Gruppo IRI. Cosa davvero rara per quei tempi e per quegli ambienti !
“Restai in Alfa trentuno anni e sei mesi”; mi raccontava in una intervista del 2011 e con il suo solito spirito toscanaccio sottile, pungente ed ironico ricordava a getto continuo aneddoti esilaranti su Carlo Chiti, grande progettista e capo indiscusso dell’Autodelta, allora mitico reparto sportivo dell’Alfa.
“Fui assunto da Pasquale Gallo (Presidente AR, n.d.r) e sono stato sempre riconfermato nella mia carica (Direttore Secen Repu = Segreteria Centrale Relazioni Pubbliche) dai cinque Presidenti successivi. Segno che non ero impegnato politicamente. Pubbliche Relazioni significava allora non solo Ufficio Stampa ma anche creare avvenimenti ed io ne ho combinati proprio parecchi ….”
La storia e i libri lo confermano ampiamente. Camillo insieme al Conte Giovannino Lurani si inventò la prima Mille Miglia Storica nel 1968, la Milano-Sanremo nel ‘69, la Targa Florio Storica nel ‘73 e poi ancora tantissimi altri eventi che si rinnovano ancora oggi.
Marchetti riuscì persino a presentare il nuovo spider Duetto sul transatlantico Raffaello, in navigazione nel 1965 verso l’America, pieno di giornalisti e turisti con il collaudatore Sanesi che faceva i testacoda sui ponti ! E anche a far calare un’Arna dal cielo sul tetto di un grande albergo sul mare a Taormina, sotto l’Etna; ma Lui era appunto un vulcano di idee.
Appassionato da sempre di Alfa Romeo, ebbi la fortuna di conoscere Camillo Marchetti sin dai primi anni ‘70 grazie a Lamberto Morini, uno dei primi Soci del Riar (Registro Italiano Alfa Romeo), con gli uffici Alfa ancora al Portello e dove aveva sede il Riar, un’associazione di appassionati della marca fondata a Roma ma “portata” da Marchetti a Milano nel 1968, di cui divenni subito socio. Nacque così una reciproca simpatia trasformata via via in grande affettuosa amicizia per oltre 40 anni. Quando poi succedetti a Lurani alla Presidenza del Riar nel 1983 si iniziò una collaborazione intensa e fortissima che consentì eventi affascinanti da segnare addirittura un’epoca e conferire al Riar tutto il prestigio che ampiamente meritava. Oggi si chiama brand awareness, terminologia irrinunciabile tra i marketing manager dei vari brand …. All’epoca invece non si chiamava …. ma si faceva e soprattutto … si era.
A Marchetti, alla sua cultura e alla creatività smisurata, si devono infatti tutte le spumeggianti e ambitissime presentazioni dei nuovi modelli AR. E tutte le altre case automobilistiche in Europa, pensate!, dovettero subito adeguarsi pur con fastidio e malanimo, cercando magari di imitare o superare l’Alfa in questi eventi ma nessuna mai ci riuscì; la genialità e la classe che il Marchetti era in grado di infondere in queste iniziative erano davvero insuperabili. Stile e signorilità innati sono sempre stati infatti elementi fondamentali della Sua personalità.
Anche la moglie, Paola De Paolis, scomparsa da pochi anni, già Presidente dell’UGIS, Unione Giornalisti Italiani Scientifici, era una donna brillante, poliglotta, spiritosa e coltissima.
Scompare così un altro pezzo di quel mondo bello, raffinato, colto che sapeva muoversi con stile i cui esponenti sono oggi assai spesso dimenticati o ignorati da chi invece molto gli deve, se non altro per aver costruito qualcosa di duraturo, qualcosa che è stata amata ed apprezzata a differenza della superficialità e della fatuità dei tempi attuali, privi di eleganza e soprattutto di sentimenti.
Stefano d’Amico
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