Cerda … una volta
Se si dovesse rifare la storia della Targa, si dovrebbero scrivere molte pagine di episodi, di contrasti, di ansie, di trionfali successi, tali da riempire un grosso volume.
Forse un tale lavoro sarà fatto da qualche storico appassionato della corsa, vendemmiando nei miei ricordi e nella mia memoria.
Vincenzo Florio
In ogni paese delle Madonie nei giorni precedenti la Targa i banditori, con tanto di tromba e tamburo, si sgolano per annunciare il pericolo … “mamme tenete i bambini”, “Omini legate gli animali”, “chi muore muore e tanto peggio per lui. Il sindaco non paga nessuno”, i preti nelle chiese invitano alla prudenza e distribuiscono persino proclami poetici …
“ fimmineddi e masculiddi,
neutrali e picciriddi,
quannu è ura de la Targa
vi consigghiu stari a larga,
si ‘na machina v’intruzza
fracassandovi ‘a cucuzza
un c’è tempo d’arrivari
per potervi cunfessari.
Puddicini e puddastreddi,
cani, porci e picurieddi,
Và ! Tinitili intappati
pe nun finiri scafazzati.
E perciò a mia sintiti :
da lì casi nun nisciti,
du balcuni la guardati
e l’nfernu vi scansati !”
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