Girando qua e là …
Ho girato qua e la; sette paia di scarpe ho consumate, di tutto ferro per voi ritrovare (Carducci, “I Cipressi”).
Si, ho girato e cercato qua e la; tra un’infinità di botteghe e cantine di brocantes ovunque, in mezzo a polvere e sporcizia, rischiando ogni tipo di infezione altro che pulci, mi sono aggirato tra i banchi dei mercati di antiquariato e roba vecchia di mezza Europa per 40 anni e … ho trovato … ho trovato le memorie del mondo. E tra esse anche quelle che riempiono il mio di mondo, quello della passione: automobilia, tutto ciò che riguardava il mondo dell’auto, sin dai suoi albori.
Foto ingiallite, antichi accessori, documenti preziosi, pezzi di ferro e pezzi d’arte, …. tutto ciò che aveva avuto a vedere con l’automobile e la sua storia e con essa anche le storie di uomini e di motori, di passioni e di dolori, di competizioni e di successi. In Cornovaglia, verso Plymouth, terra leggendaria sin dai tempi di Artù, sul portone di una casa vecchissima vedo un cartello sbattuto dal vento “Antiques”. Entro non in una casa ma in una miniera …. di tutto. Intanto fuori pioveva e io cercavo, spostavo, frugavo mentre il padrone, indifferente, fumava la sua pipa al calduccio di una stufa arrugginita. E ho trovato Alessandro Anzani, quello del motore a scoppio.
Quello che per primo attraversò la Manica con il monoplano di Bleriot nel 1909. Quello che poi costituì la British Anzani Engine & Co. in società con Lorenzo Santoni; ….. e da qui nacquero altre storie, quella dell’Alfa e quella della Siai Marchetti. Lui era lì che mi aspettava inciso su targhe di bronzo e di marmo, forse un pò funeree, ma desiderose di uscire di nuovo alla luce, dopo oltre 60 anni.
E vicino Biarritz, nel sud della Francia, un tempo meta vacanziera di re e di viveurs, vedo spuntare da un antro simile al precedente una polverosa slot machine in legno della metà degli anni ’20. Un pezzo da museo. Bellissima, funzionante e … imbrogliona. Non si vince mai !
E poi c’è Porta Portese, leggendario mercato delle pulci romano, ai limiti di Trastevere, sui cui banchi si è sempre trovato di tutto. Vecchie croste che, una volta ripulite, sono diventate dei Raffaello o Fragonard, cimeli di ogni genere, foto ingiallite ed uniche dal Duce dell’Italia fascista a personaggi sconosciuti ma desiderosi di vivere ancora. E poi c’è chi ti spinge e chi ti cerca di fregare o di sfilare il portafoglio, ma che emozione quando trovi qualcosa e poi, a casa, in santa pace, la pulisci, la riscopri e …. la fai tornare in vita.
Stefano d’Amico
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