La prodigiosa evoluzione nei trasporti
A Firenze, nella Fortezza da Basso, si svolse negli anni ’60 una “Mostra dell’evoluzione nel Tempo della nave, del velivolo e degli altri mezzi di trasporto” e sfogliandone tempo fa il vecchio opuscolo su questa iniziativa che, proprio negli anni del boom economico, analizzava tutta l’evoluzione dei mezzi di trasporto dalla ruota alle navi, dal veicolo al velivolo, sono rimasto colpito da come negli ultimi 30 anni tutto ciò che in questo settore era allora attuale e funzionale o addirittura avanzatissimo, sia immediatamente passato all’obsolescenza se non alla storia!
In carrozza oggi ci si va solo a Villa Borghese o a Piazza di Spagna, e per fortuna dei poveri cavalli siamo agli sgoccioli anche qui, mentre le auto si guidano ormai da sole ma, almeno, ti portano a spasso dove vuoi tu consentendoti persino qualche distrazione pochi anni fa impensabile; saranno loro, intanto, a rimetterti sulla giusta via magari nell’asettico silenzio frusciante di un motore elettrico; quindi, puoi fare quello che vuoi senza tenere salde le mani sul volante come da antiche prescrizioni.
Quello che fino a ieri era moderno e perfetto oggi è già superato. In soli pochissimi anni. Pensate al famoso e velocissimo treno Settebello (ETR 300), prestigioso vanto delle Ferrovie Italiane, in attività nella tratta Roma-Milano per ben 40 anni, dal 1952 al 1992!, oggi in fase di restauro per finire al Museo Ferroviario di Casarsa già come treno storico.
E pensate invece quanti secoli, se non millenni, ci sono voluti per concepire a fine ‘800 la prima automobile. Auto-mobile, un mezzo cioè che si muove da sè senza spinte o il tiro di animali vari. La prime “macchine” saranno forse stati il piano inclinato o la slitta o forse la ruota e il carro, quindi la vela e poi il vapore. Mezzi che hanno portato l’uomo verso nuovi mondi e nuove conoscenze fino alla scoperta e allo sfruttamento del petrolio per il motore a scoppio, dell’uranio per l’energia nucleare fino … ai razzi per raggiungere lo spazio senza fine, dalla luna ai pianeti d’ogni tipo.
Il razzo. Un antichissimo ordigno creato guarda caso dai cinesi, scopritori della polvere da sparo molti secoli prima che si aprisse la “via della seta”; fu infatti un lungimirante pirotecnico cinese nel 1500 a pensare il razzo non solo come spettacolare e ludico fuoco d’artificio ma anche come mezzo di trasporto! Di uomini e cose. Tanto ci credeva e tanto era folle questo precursore cinese che si fece legare per bene su una sedia alla quale aveva attaccato un gran numero degli stessi razzi che usava durante le feste locali. E gli fece dar fuoco. Il buon vecchio in un botto, sarà stato proprio così, scomparve verso il cielo con tutto lo sgabello in una strabiliante e colorata nuvola di fumo. Non se ne seppe più nulla e forse per questo le ricerche in materia furono abbandonate, fino a Giulio Verne.
Il mezzo di trasporto ha compiuto infatti il balzo più fantastico di tutti i tempi; si è staccato dalla nostra terra e sta portando uomini nello spazio per studiarlo e per viverci ma anche per andarci a spasso come da poco fa la Virgin Galactic di Richard Branson con equipaggio vestito da speciale abbigliamento Spacewear. Ed ecco che i più audaci romanzi di fantascienza non sono più tali ma sono divenuti realtà in pochi anni. L’avventura delle prime navi che osarono sfidare mari infiniti e mondi inesplorati, l’instabile equilibrio dei primi velocipedi, le scoppiettanti prime automobili, le fragili tele e i legni precari dei primi aerei, sembrano aver operato nell’irreale, come una suggestiva ma anche singolare storia di “fantascienza alla rovescia”. Un passato non più storia, ma lettura e avventura quasi incredibili. Un concetto certamente molto lontano dalle intenzioni e dalle conoscenze degli organizzatori di quella storica mostra fiorentina.
La rivoluzione industriale del XX° secolo ha certamente rivoluzionato non solo i trasporti ma anche l’uomo stesso impegnato sempre di più a rincorrere o a promuovere le nuove tecnologie imposte dal repentino mutamento evolutivo dei tempi e delle comunicazioni. Tecnologie, artificialmente intelligenti, che probabilmente supereranno e sconfiggeranno l’uomo stesso che le ha create. Ma non erano certo questi i pensieri o le preoccupazioni di James Watt quando nel 1780 inventò e costruì i primi veicoli mossi da un motore a vapore. Un’idea brillante e ingegnosa che portò George Stephenson nel 1829 a realizzare la prima locomotiva. Mentre il Re di Napoli e delle Due Sicilie Ferdinando II° di Borbone, assai attento a tutte le più moderne scoperte scientifiche, subito ne approfittò per inaugurare pochi anni dopo la prima linea ferroviaria italiana, la Napoli-Portici, per raggiungere la sua reggia estiva e i giardini di caccia ad essa annessi.
Tempi eroici e romantici, tempi di grandi scoperte che costantemente la scienza offre all’uomo, entrando addirittura in esso, trascurando il lato romantico ed alimentando il lato pratico, chissà poi con quali conseguenze negli anni futuri. Le avvisaglie e le premesse già ci sono tutte.
Da allora la tecnologia ha fatto passi da gigante; tutti i più moderni veicoli a motore endotermico sono oggi dotati di motori puliti che garantiscono una grande sicurezza attiva e passiva, ma rimangono sostanzialmente mossi da motori che utilizzano carburanti ottenuti dalla raffinazione del petrolio, colpevoli, dicono, della eccesiva produzione di CO2 oltre che di emissioni di gas nocivi che inquinano il mondo e contribuiscono, pare, al riscaldamento globale insieme ai continui ed universali incendi dolosi che annientano assai di più l’ambiente e chi ci vive. Specialmente nell’ultimo ventennio l’industria autoveicolistica ha fatto progressi enormi nella riduzione dei gas nocivi e del CO2, a differenza della grande industria, oltre che aumentare sicurezza attiva e passiva di ogni mezzo. Ma la grande spinta verso motori sempre più puliti è diretta oggi verso la produzione di motori elettrici, ibridi o che utilizzino carburanti alternativi, come metano, biocarburanti e idrogeno. Prodotti che hanno comunque bisogno loro stessi di energia per essere recuperati e prodotti.
E’ ormai finito il tempo del romanticismo, quindi godiamoci, finchè si potrà, il bello e il verde che ancora ci circondano guidando come si deve una bella spider fatta di vento sano e di odorosi fumi di benzina.
Stefano d’Amico
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