Roma. Uomini e officine dimenticati…
Nel nobile e ottocentesco quartiere Prati, così chiamato perché nato sugli antichi prati di San Pietro, data la vicinanza con la Basilica, prosperavano fino a una trentina di anni fa, grazie anche alle varie industrie e caserme di viale delle Milizie, oltre alle numerose vecchie osterie, anche diverse piccole imprese di vario genere: dai fabbri ai tornitori, dagli orafi ai cromatori, dalle officine meccaniche fino alle agenzie di pegno!
E appunto tra i meccanici, visto che qui raccontiamo di auto, è interessante ricordare l’officina del “Sor Ugo” in un cortile di via degli Scipioni, al 113. Una via dritta e lunga con grandi palazzi ottocenteschi, parallela di viale delle Milizie e viale Giulio Cesare, che dalle antiche Mura Vaticane conduce fino al Tevere. Quella del Sor Ugo era un’officina attrezzatissima, con gli attrezzi di una volta beninteso, ma molto nota e frequentata dagli alti ranghi dell’esercito e dell’aviazione (sempre di una volta) che ne erano clienti. Oggi sarebbe stato un piccolo museo. Ne era titolare il Cavalier Ugo Foscolo Vittori, fiorentino puro, classe 1886, pioniere dell’Automobilismo e dell’Aviazione, pluridecorato, legionario fiumano, volontario nella Guerra di Spagna, sottufficiale del Genio assegnato a Gabriele D’Annunzio nella prima guerra mondiale. Capo officina era il signor Franzosini, ex “autiere” del Maresciallo dell’Aria Italo Balbo. Appesi alle pareti, come fossero dei quadri o opere d’arte, figuravano vecchi radiatori in ottone lucidissimo di auto ormai dimenticate, alcune eliche in legno di chissà quali aerei, numerose fotografie ingiallite di militari, di eroi di guerra, del Re d’Italia e dignitari, autografi, lettere e diplomi di benemerenze di vario genere incorniciati fra attrezzi e chiavi inglesi, anzi italiane, … il tutto condito con odori buoni di officina e di motori.
Il “Sor Ugo”, grande appassionato sin da piccolo di ogni tipo di meccanica, iniziò a lavorare dodicenne sui tricicli a motore Prinetti-Stucchi per poi passare alla Storero, alla De Dion Buton e alla Fiat divenendo per queste case, una volta presa la patente, istituita nel 1903, anche collaudatore e istruttore di guida per gli acquirenti di quelle auto. Tra essi il Maestro Giacomo Puccini, il marchese Ginori, il conte Masetti, destinato a una bella ma purtroppo breve carriera agonistica con l’Ansaldo e con l’Alfa, il marchese Antinori ed altri gentiluomini toscani dell’epoca.
La sua è una storia affascinante, da vero pioniere dell’auto e dei motori (1886-1970). Svolse il servizio militare a Roma nella Sezione Aeronautica, Brigata Specialisti, per la messa a punto dei motori dei dirigibili e dei monoplani Bleriot e Farman sotto il Comando del Colonnello Vittorio Cordero di Montezemolo. Le caserme e le officine, di cui esistono ancora alcuni caseggiati di colore rossiccio dismessi e abbandonati da decine di anni, si trovavano sulla via Cassia antica, sotto il moderno quartiere di Vigna Clara e poco prima dell’incrocio con via Cortina d’Ampezzo. Di fronte ad esse c’è ancora un cippo marmoreo in ricordo del Capitano Arnaldo Ulivelli, caduto nel 1907 proprio in quel punto con il suo aerostato colpito da un fulmine. Nel 1921 fu a lui intestato il Forte Trionfale.
Il Vittori per la sua esperienza e capacità fu “chauffeur” ufficiale della Casa Reale, del Duca d’Aosta e del principe russo Viktor Gagarine, cugino dello Zar. Fu, come accennato, “autiere” di Gabriele D’Annunzio per tutta la durata della guerra 1915-1918, su vari fronti, rischiando spesso la pelle per le bravate del “Vate” che, non essendo però affatto scemo, lo volle sempre con lui non solo per sicurezza nei trasporti, allora piuttosto precari, ma anche per la migliore messa a punto dei suoi mezzi tra cui l’aereo per il mitico volo su Vienna.
Ugo Vittori eseguì il rodaggio e collaudò sul cielo di Roma i potenti motori Maybach del dirigibile Italia, costruito nel 1927 appunto qui in città, nello Stabilimento Costruzioni Aeronautiche tra Viale delle Milizie e Viale Giulio Cesare per la sventurata spedizione scientifica del Generale Umberto Nobile al Polo Nord (la famosa tenda rossa).
La storica officina del Sor Ugo chiuse definitivamente le saracinesche a metà anni ’60. Bellissime fotografie e numerosi documenti relativi alle imprese del “Sor Ugo” sono oggi conservati in vari musei militari romani e allo stesso Automobile Club Roma che lo ha premiato varie volte negli anni ’60. Fu premiato dall’ACI con la Patente d’Oro e altri riconoscimenti ottenuti anche insieme alla baronessa Maria Antonietta d’Avanzo (1889-1977) come i più anziani e illustri pionieri dell’auto.
Dice: ma come fai a sapere tutte queste cose di Ugo Vittori? Le conosco bene, Ugo Vittori era mio nonno! Passavo da bambino giornate intere in quella officina, un vero paradiso, una miniera di giochi e di curiosità meravigliose. Fu lui a insegnare anche a me, poco più che decenne, i primi rudimenti della guida su una Fiat Topolino di colore bordeaux. Da qualcuno dovevo pur prendere certe passioni …
Stefano d’Amico
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